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NEWSLETTER29.03.2023

Traguardi di sostenibilità: economia circolare

ESG”, “sostenibilità”, “cambiamento climatico”, “economia circolare” sono concetti ampiamente diffusi in questo periodo. Questo comporta una confusione generale nel loro significato e delle distorsioni nel loro utilizzo. L’area di sostenibilità del Consorzio INTEGRA intende dedicare una sezione della newsletter per approfondire alcune delle tematiche, chiarire le definizioni e segnalare le principali novità di riferimento.

 
Consorzio Integra
Definizione
L’economia circolare è un modello di produzione e consumo pensato per rivalorizzare e reintegrare i flussi di materiali in un ciclo continuo. Questo implica di applicare ed integrare strutturalmente, all’interno del nostro sistema produttivo, delle prassi come la condivisione, il riutilizzo, il riciclo, la riparazione e il ricondizionamento dei materiali. L’idea di fondo è di passare da catene di valore lineari a sistemi circolari, al fine di fermare l’insostenibile consumo di materie prime, risolvere le inefficienze di sistema e tutelarsi dalla vulnerabilità a shock esterni.
La parola ha assunto un ruolo chiave nel dibattito della sostenibilità, come un approccio strategico per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Contesto normativo
Proprio per questo motivo, all’interno del Green Deal, l’Unione Europea ha dedicato un’action plan all’ economia circolare e ha incorporato l’aspetto in altre novità normative di sostenibilità, per esempio nella Tassonomia UE, come obiettivo ambientale, o la direttiva di rendicontazione sostenibilità (CSRD), nella bozza di standard di sostenibilità. A livello nazionale, il piano d’azione Europeo è stato declinato tramite l’approvazione di una Strategia nazionale per l’economia circolare nel 2022, con i seguenti macro obiettivi:
  1.     creare le condizioni per un mercato delle materie prime seconde in sostituzione delle materie prime tradizionali;
  2.     rafforzare e consolidare il principio di Responsabilità Estesa del Produttore;
  3.     sviluppare una fiscalità favorevole alla transizione verso l’economia circolare;
  4.     rafforzare le azioni mirate all’upstream della circolarità (ecodesign, estensione della durata dei prodotti, riparabilità e riuso, etc.);
  5.     sviluppare e diffondere metodi e modelli di valutazione del ciclo di vita dei prodotti e dei sistemi di gestione dei rifiuti e dei relativi effetti ambientali complessivi;
  6.     migliorare la tracciabilità dei flussi di rifiuti;
  7.     educare e creare competenze nell’ambito pubblico e privato in materia di economia circolare come volano di sviluppo dell’occupazione giovanile e femminile.

Settore costruzioni
Uno tra i settori chiave in queste strategie e linee guide è quello delle costruzioni. Infatti, come il recente report Circularity Gap Report 2023 evidenza, l’ambiente costruito, incluso il settore delle costruzioni, è uno dei sistemi che contribuisce maggiormente alle emissioni e alla produzione di rifiuti. Inoltre secondo quanto emerge da un’analisi della Corte dei Conti europea il comparto manifatturiero (soprattutto metallurgico), il trattamento delle acque e dei rifiuti, l'edilizia e il settore estrattivo sono responsabili complessivamente per oltre il 75% dei rifiuti pericolosi prodotti nell’UE.

Pertanto un’intera sezione nell’action plan Europeo è stata dedicata alle costruzioni ed edilizia. Gli obiettivi chiave sono:
(1) incentivare il contenuto di riciclato nei prodotti da costruzione;
(2) migliorare la durabilità̀ e l’adattabilità̀ degli edifici;
(3) integrare la valutazione del ciclo di vita negli appalti pubblici;
(4) riformulare gli obiettivi di recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, prefissati dalla Waste Framework Directive 2008/98/CE.

 

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