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NEWSLETTER04.11.2022

TASSONOMIA UE E PROPOSTA DI DIRETTIVA SULLA RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ

Un principale pilastro nell’attuazione del Green Deal Europeo riguarda il Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile emanato nel 2018. L’idea è che al fine di abilitare la trasformazione di un’Europa più competitiva, moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e climaticamente neutra, risulta necessario riorientare i flussi di capitali privati a favore di questo cambiamento, gestire i rischi finanziari derivanti da sfide ambientali e sociali, e promuovere la trasparenza e una visione a lungo periodo nelle attività economico-finanziarie.
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Tra le azioni specifiche, per tradurre questi intenti in pratica, rientra l’introduzione della Tassonomia UE per la finanza sostenibile e il rafforzamento della rendicontazione e comunicazione in materia di sostenibilità. Entrambi le misure auspicano di generare delle ripercussioni lungo l’intera filiera economica Europea fino ad influenzare persino le piccole medie imprese. Di seguito si riporta una breve descrizione di ciascuna novità normativa.
Tassonomia UE (Regolamento 2020/852)
La tassonomia è un alfabeto comune ossia una classificazione delle attività economiche che possono essere considerate potenzialmente sostenibili. Ad ora sono stati individuati sei obiettivi ambientali che rappresentano il perimetro centrale dello strumento, questi sono:
  1. Mitigazione del cambiamento climatico
  2. Adattamento al cambiamento climatico
  3. Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine
  4. Transizione verso un’economia circolare (riferendosi alla diminuzione dell’estrazione di materie prime, al prolungamento del ciclo di vita e riutilizzo di prodotto, alla riduzione e il riciclo dei rifiuti)
  5. Prevenzione e controllo dell’inquinamento
  6. Protezione della biodiversità e della salute degli ecosistemi
La logica della classificazione prevede che un’attività rientra nella definizione “ecosostenibile” se congiuntamente:
  1. fornisce un contributo sostanziale al raggiungimento di almeno uno dei sei obiettivi
  2. non arreca nessun significato danno agli altri obiettivi, riferendosi alla così detta clausola “do no significant harm” (DNSH)
  3. sono garantite le garanzie sociali minime (per esempio, quelle previste dalle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro – OIL)
Per le imprese lo strumento è un punto di riferimento nella pianificazione e rendicontazione della performance ambientale dell’attività aziendale ossia un supporto nel comunicare il proprio contributo ad uno degli obiettivi di transizione.
Il Regolamento si applica ai vari attori del mercato finanziario e alle imprese soggette all’obbligo di pubblicare una dichiarazione di carattere non finanziario dei quali è richiesto di esprimere la percentuale di allineamento alla tassonomia della propria attività.
Importante evidenziare che lo scopo della Tassonomia UE non è limitato al pilastro ambientale ma dovrà comprendere in ottica futura anche degli obiettivi sociali. 

Proposta di modifica alla Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità – CSRD
Ad aprile 2021 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di modifica alla Direttiva sulla Dichiarazione Non Finanziaria (NRFD), denominata Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD o in italiano Direttiva Reporting Societario di Sostenibilità).
Una delle principali novità riguarda il perimetro d’applicazione. L’obbligo alla rendicontazione sarà esteso a un maggiore numero d’imprese. L’informativa in specifico sarà obbligatoria per:
  • tutte le grandi imprese che superino due dei tre seguenti criteri: > 250 dipendenti; attivo di stato patrimoniale > €20 milioni; ricavi netti delle vendite e delle prestazioni > €40 milioni;
  • le imprese quotate (escluse le micro-imprese quotate);
  • per le filiali UE di società non UE (fatturato > €150 milioni).
Tutti questi soggetti dovranno pubblicare annualmente un documento che racconta in forma qualitativa e quantitativa come i temi ambientali, sociali e di governance influiscono e sono integrate nelle strategie, nell’attività di business, e nelle procedure e politiche aziendali. L’idea è di introdurre all’interno delle società dei processi sistematici alfine di riconoscere opportunità e rischi legati ad impatti generati e subiti circa fattori come la catena di fornitura, condizioni dei lavoratori e delle comunità in cui si opera, cambiamenti normativi, socio-ambientali, tecnologici e politici, o lo sfruttamento delle risorse naturali. Saranno richiesti degli obiettivi per migliorare la performance di sostenibilità e degli indicatori chiavi ossia KPI per monitorare l'efficacia con cui l’impresa stia adempiendo ai target prefissati.
Il contenuto dell’informativa sarà delineato da standard sviluppati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) in collaborazione con altri enti.
Oltre a questo, i report di sostenibilità dovranno essere sottoposti in forma obbligatoria su livello Europeo ad assurance esterne e pubblicati come parte delle relazioni di gestione in un formato digitale leggibile dai computer «a digital, machine-readable format»
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