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NEWSLETTER24.07.2023

Traguardi di sostenibilità: Due diligence

ESG”, “sostenibilità”, “cambiamento climatico”, “economia circolare” sono concetti ampiamente diffusi in questo periodo. Con questo articolo ci poniamo l’obiettivo di dedicare una sezione della newsletter per approfondire alcune delle tematiche, chiarire le definizioni e segnalare le principali novità di riferimento.

 
Consorzio Integra
Definizione
“Due Diligence” in ambito di sostenibilità aziendale significa gestire, misurare e mitigare gli impatti avversi del proprio operato su diritti umani e ambiente. Con “impatti avversi” ci si riferisce ad un rischio o potenziale danno rivolto verso l’esterno, che complementa la classica nozione di rischio aziendale, generalmente inteso come rischio economico, operativo, normativo o di reputazione, integrandolo con nuovi aspetti e visioni. In questo caso lo scopo è identificare, prevenire e porre fine ad effetti negativi su temi sociali o ambientali come il lavoro minorile, la schiavitù, lo sfruttamento del lavoro, l'inquinamento, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità. Il perimetro di applicazione di tale concetto è ampio, in quanto, è incluso qualsiasi possibile danno o degradamento, a cui un’azienda è direttamente collegata o solamente contribuisce. Di per sé dunque si comprende che si tratta di un monitoraggio lungo l’intera catena di valore, dai fornitori, alla vendita, alla distribuzione, al trasporto, lo stoccaggio finanche la gestione dei rifiuti. Quest’ottica si ispira al “life cycle thinking” che comporta la necessità di guardare oltre al tradizionale focus aziendale dei propri siti produttivi e considerare il funzionamento del processo lungo l’intero ciclo di vita di un prodotto o servizio.

Contesto normativo
Il 23 febbraio 2022 la Commissione Europea ha presentato la proposta di direttiva sulla Corporate Sustainability Due Diligence (CSDD) che si inserisce nel quadro più complessivo del Green Deal dell’UE ed uno dei suoi pilastri centrali relativo alla finanza sostenibile. In effetti assieme ad altri strumenti normativi mira a garantire una maggiore trasparenza della gestione ed attività d’impresa al fine di permettere un’allocazione finanziaria intelligente indirizzata alle imprese responsabili e sostenibili.
Sono quattro i punti principali da considerare, consultabili nella proposta di direttiva della Commissione Europea (23/02/2022) e nella posizione del parlamento europeo (01/06/2023):
  • Si tratta di una direttiva che influenza in primis la governance aziendale: la “due diligence” dovrà essere applicata tramite l’implementazione di sistemi manageriali di supervisione e gestione dei rischi appositi per identificare e, se necessario, prevenire, porre fine o mitigare gli impatti negativi sull’ambiente e la persona. La normativa comporta la revisione delle strategie e politiche, così come l’istituzione di procedure di reclamo. Sarà inoltre obbligatorio fissare un piano di transizione verde per mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5°, il quale raggiungimento avrà un impatto sulla remunerazione variabile degli amministratori (tale ultimo obbligo relativo alle remunerazioni vale soltanto per imprese con oltre 1.000 dipendenti).
  • Applicato alle grandi società insediate o attive nell’UE: sono interessate le imprese UE con più di 250 dipendenti e un fatturato superiore a 40 milioni di euro, le società “madri” con più di 500 dipendenti e un fatturato superiore a 150 milioni di euro, e società con sede fuori dall’UE aventi un fatturato superiore a 150 milioni di euro, se hanno generato almeno 40 milioni di euro con business all'interno dell'UE.
  • Sono previste delle sanzioni: le sanzioni comprendono misure come la pubblicazione dei nomi degli inadempienti, il ritiro dal mercato dei prodotti dell'azienda o multe pari ad almeno al 5% del fatturato netto globale. Le aziende extra-UE che non rispettano le regole saranno escluse dagli appalti pubblici UE.
  • Il perimetro di applicazione consiste nelle attività proprie dell’impresa e dei suoi partner: sono pertanto coinvolti fornitori, venditori, distributori, trasportatori ed altri attori lungo la catena di valore. Perciò inevitabilmente saranno influenzate indirettamente anche piccole-medie imprese.
Seguiranno i negoziati sul testo finale della legislazione con i Paesi UE, i quali hanno adottato la loro posizione sulla proposta di direttiva nel novembre 2022. Una volta adottata, gli Stati membri avranno due anni per recepire la direttiva nel diritto nazionale e comunicare i testi pertinenti alla Commissione. Secondo il testo adottato del Parlamento Europeo, i nuovi obblighi si applicheranno dopo 3 o 4 anni, a seconda delle dimensioni. 
Quanto rappresentato ci vedrà tutti coinvolti. Anche se le dimensioni aziendali di chi legge non ne porrà obblighi, certamente faranno parte di una catena del valore di soggetti obbligati che imporrà una gestione del rischio. Il Consorzio INTEGRA farà partire dei progetti di analisi delle evoluzioni “operative” di tale normativa e, anche attraverso questa newsletter, tenterà di consolidare il suo ruolo di supporto alla base sociale.
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